Le conseguenze psicologiche dell’assenza paterna sui figli

“Se quello che i mortali desiderano potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre…” così afferma nell’Odissea Telemaco, figlio di Ulisse, esprimendo molto bene la condizione di inquietudine di un figlio che cresce lontano dal padre.

L’assenza di un padre può creare conseguenze importanti sullo sviluppo psicologico dei figli. Ma prima di parlare degli effetti di questa lontananza è fondamentale capire chi è il padre ‘assente’. Per fare questo è importante uscire dal luogo comune classico che identifica il padre assente con il padre che esce dal nucleo familiare.
Il padre assente non coincide per forza e unicamente con il padre che si allontana dalla famiglia ma è piuttosto è colui che fallisce nei suoi compiti fondamentali: la presenza affettiva, l’attività educativa, la costruzione della propria figura simbolica. La figura del padre ha un preciso valore nell’architettura relazionale della famiglia in quanto questo è chiamato fin dall’inizio a separare il figlio dalla madre. Il figlio che ha bisogno, nei primi mesi di vita, di una simbiosi profonda con la madre, indispensabile per la sua nascita psicologica. L’intervento del padre invece, lo costringe e lo aiuta ad iniziare il suo autonomo cammino nel mondo.
La separazione dalla madre operata dal padre assume così un carattere ‘iniziatico’ per il figlio che inizia un cammino responsabile nella sua vita. Senza questa iniziazione è molto difficile per un giovane diventare un adulto, responsabile della propria posizione nel mondo, in grado di sostenere le sfide che la vita propone.
Dunque una presenza fondamentale quella del padre che, quando manca, può procurare conseguenze sulla crescita psicologica, affettiva e spirituale dei figli.
“Privi del padre, i figli faticano a entrare nel tempo, della storia e della vita”. Così sostiene Paolo Ferliga, psicologo e filosofo, che ha affrontato questo argomento nel bel libro ‘Il segno del padre nel destino dei figli e della comunità’ (Moretti&Vitali, 2005).
Sempre più spesso infatti oggi giovani di venti/trent’anni si presentano nello studio dello psicoterapeuta per portare il loro dolore di figli e figlie cresciuti senza padri.
Come evidenzia Ferliga (2005) “nei casi più gravi l’assenza paterna rende impossibile affrontare la vita e costruirsi una solida identità personale, in quelli meno gravi contribuisce spesso a strutturare un carattere debole e dipendente”.
L’assenza del padre rende più difficile l’ingresso nella società e l’assunzione delle responsabilità che la vita adulta comporta. Il giovane che non ha avuto il padre o figure sostitutive del padre può portare con se un ‘vuoto’ che vuole essere colmato e diventare quindi più facilmente preda della società dei consumi e dei suoi prodotti: dall’alcool alle sostanze stupefacenti, dalle immagini della televisione e del computer ai prodotti alimentari.
E ‘importante precisare che ogni storia è a sé e non è detto che tutti i figli cresciuti senza la presenza affettiva di un padre si trascineranno, nel corso del loro sviluppo, importanti conseguenze psicologiche, tuttavia possiamo di certo affermare che questa figura è preziosa per l’edificazione di una struttura psicologica salda e autonoma nei figli.
Contatta il dott. De Luca per un appuntamento. diego-deluca@hotmail.it 339-7064820

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