PSICO…CHI? Riflessioni e considerazioni sull’opportunità della figura psicologica. Articolo dello psicologo Napoli Diego De Luca.
Estratto dal seminario tenuto presso l’associazione “Vedanta”.
-Napoli, 26 Febbraio 2011-
La scelta di un tema del genere nasce dalla volontà di rispondere alle legittime esigenze delle persone che non trovano informazioni adeguate circa la conoscenza e la comprensione di un servizio psicologico che possa rispondere alle piccole o grandi difficoltà personali. Il nostro tentativo è inoltre quello di creare la diffusione di una cultura psicologica tra le persone.
La conoscenza adeguata o presunta degli ambiti medici permette all’utenza di farne riferimento di fronte a delle circostanze sintomatologiche, sia dal punto di vista del servizio pubblico, sia dal punto di vista del riferimento privato; diversamente ricorrere ad un sostegno psicologico, ovvero ad una psicodiagnosi o ad un semplice colloquio di approfondimento, risulta carico di maggiori difficoltà e confusioni.
Se da un lato tali difficoltà sono riferibili ai normali processi di resistenza all’attenzione psicologica, c’è una buona percentuale di persone che non conosce le possibilità che possono essere ricevute da uno psicologo o psicoterapeuta e pertanto il proprio riferimento rimane l’ambito prettamente medico che spesso induce facilmente ad intraprendere percorsi farmacologici anche quando potrebbe non essere opportuno.
Il pomeriggio d’incontro presso l’associazione Vedanta ha voluto permettere di approfondire con naturalezza quali siano le curiosità ed i dubbi rispetto a tutto ciò che è il “fare psicologico”, provando a sfatare il pregiudizio e l’idea che se una persona si rivolge ad uno psicologo sia “pazzo” o necessariamente malato. Il percorso seminariale si è svolto lungo un percorso di comprensione che ha voluto toccare alcuni punti di riferimento: fare chiarezza su chi è predisposto in maniera corretta a offrire la propria professionalità; il tema del quando può essere importante ricevere un sostegno durante le diverse fasi della propria vita; capire come si svolge un singolo colloquio o un percorso terapeutico.
Reputiamo fondamentale che in ogni professione si chiarisca la conoscenza di chi svolge una qualsiasi attività, quali le sue competenze, connotazioni e limiti nello svolgimento del suo lavoro. Lo psicologo è un laureato in psicologia che dopo aver svolto un anno di tirocinio e il relativo esame di stato per l'abilitazione professionale è iscritto alla sezione A dell'Albo professionale, ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56. In sostanza la professionalità di uno psicologo si caratterizza per un percorso universitario di cinque anni, seguito da numerose valutazioni successive sia pratiche (tirocinio) che teoriche (esame di stato); allo stesso tempo la tutela di un’adeguata professionalità è caratterizzata dall’obbligo dell’iscrizione all’ordine e ad un albo professionale e al seguire le direttive del codice deontologico che definisce le caratteristiche della professione, gli ambiti e le modalità della competenza psicologica.
Lo psicologo non è un amico con il quale scambiare due chiacchiere informali né è una persona che da consigli, ma aiuta il paziente ad attivare le sue risorse interiori per risolvere i problemi o cerca di svilupparne altre e nel caso questo non sia possibile, lo aiuta ad accettare le cose che non si possono cambiare. Lo psicologo è un professionista non medico e in quanto tale non somministra né prescrive farmaci, il proprio lavoro è prettamente basato sull’uso della parola e del ragionamento condiviso con il paziente che ha di fronte, sull’uso di strumenti diagnostici quali test finalizzati ad una comprensione della persona e alla definizione del percorso da intraprendere per la cura o il miglioramento dello stato psicologico, emotivo e relazionale della persona.
Una differenza va fatta tra lo Psicologo e lo Psicoterapeuta. Mentre il primo può essere paragonato al medico di base, per la sua competenza conoscitiva, per il suo intervento iniziale e generale sullo stato psicologico della persona, il secondo è connotato da una serie di competenze specifiche e specialistiche che gli permettono di saper strutturare e condurre un percorso di terapia con i pazienti, su specifici stati psicologici, disturbi psicopatologici sia in ambito individuale, familiare, di coppia e si verso gli adulti e/o i bambini. E’ importante, quindi, sapere che rivolgersi ad uno psicologo non significa automaticamente affrontare una terapia, sentirsi o essere definiti come malati, ma può permettere di conoscere meglio la situazione problematica o di difficoltà che stiamo affrontando rimanendo nel "qui ed ora" e agevolando l’intervento di un professionista che può e deve indirizzarci verso l’ambito maggiormente opportuno per noi.
A questo punto è importante chiederci quando può essere utile e opportuno fare riferimento ad uno psicologo e quali siano le situazioni che contemplano un intervento psicologico. Partiamo dal presupposto che spesso si fa riferimento a uno psicologo solo in casi di conclamato malessere o quando i sintomi di un disagio (ansia, panico, depressione o altri) sono diventati ingestibili e la vita della persona è compromessa in vari ambiti. Inoltre ci si riferisce a uno psicologo quando altri accertamenti medici non hanno sortito un effetto o una tranquillità personale oppure quando all’interno di una trafila di esami diagnostici qualche medico con una spiccata propensione psicologica riesce a dare un suggerimento del genere.
Un supporto psicologico può essere utile per una crisi temporanea, per favorire una crescita interiore personale, per delle esigenze di orientamento, per raggiungere una maggiore e migliore consapevolezza di sé, degli altri e della propria situazione familiare, sentimentale, sociale e lavorativo o scolastico.
Si possono rivolgere allo psicologo le persone che desiderano ridurre lo stress relativo alla dimensione lavorativa, comprendere e risolvere i normali conflitti relazionali; inoltre tutti coloro che vogliono aumentare generalmente il senso di consapevolezza riguardo alla loro vita e alla realizzazione di se stessi. Lo psicologo può essere di aiuto anche ad imprenditori e aziende per le problematiche relazionali e organizzative e per la migliore gestione dei gruppi. Un altro ambito di competenza è l’applicazione nello sport e nella preparazione psicofisica degli atleti.
A questo punto può essere utile comprendere cosa succede a una persona in determinati momenti della propria vita, motivo per il quale può essere importante riferirsi ad un sostegno psicologico.
Noi tutti siamo, fin da bambini, abituati a muoverci nel mondo usando una serie di strategie che mettiamo in atto di fronte ai problemi, alle sfide che la vita ci pone le impariamo sin dall'infanzia e si consolidano nel tempo, attraverso l'esperienza e la maturità.
Alcune strategie ci saranno utili per tutta la vita e in tutte le situazioni. Altre risulteranno inefficaci e questo non perché ci manchi qualcosa e quindi siamo sbagliati ma perché in quella situazione non ci siamo mai trovati prima, quindi non abbiamo gli strumenti adatti per fronteggiarla.
Laddove le varie strategie utilizzate falliscono di fronte ai cambiamenti che la vita ci pone innanzi in alcuni momenti (lutti, separazioni, cambiamenti fisici, cambiamenti di status sociale e personale), ecco che si manifesta il malessere, l'ansia, la paura per qualcosa che non sappiamo fronteggiare: condizioni queste normalissime, umane che però possono aver necessità di essere supportate da chi, conoscendo questi meccanismi, ci aiuta a ricomporre la tela sulla quale scriviamo la nostra storia personale, provando a far emergere i limiti e le risorse per affrontare quel determinato problema.
La chiarificazione di questi aspetti ci porta a riflettere sulle modalità di svolgimento di uno o più colloqui psicologici, il cosiddetto “come”, cioè la descrizione delle metodologie d’intervento psicologico. La seduta psicologica è un colloquio fra due persone: la persona che porta il suo disagio e lo psicologo, che mette a disposizione la sua competenza professionale. Tramite il colloquio si esamina in maniera più approfondita il problema presentato dalla persona e si cerca, sempre insieme alla persona delle possibili soluzioni al problema.
La prima fase di valutazione del problema, comprende circa quattro incontri; questi possono presentare anche l’uso di test di valutazione del comportamento e della personalità, che permettono di avere una visione oggettivamente più valida, ma sempre supportata dal colloquio personale con il paziente. In seguito, lo psicologo prescriverà il tipo di intervento da seguire tra: la consulenza, il sostegno o la psicoterapia.
La Consulenza psicologica: consiglia e assiste il proprio cliente nello svolgimento di atti, fornisce informazioni e pareri, utilizzando le conoscenze specifiche, supportato da strumenti d’indagine.
Il sostegno psicologico il sostegno psicologico mira ad alleviare il senso di incapacità e di ansia che ne deriva e ha lo scopo di rafforzare le capacità di adattamento della persona. Il sostegno psicologico è scelto in tutti quei casi legati a momenti critici e di cambiamento che la vita ci chiama ad affrontare. Matrimoni, lutti, separazione, gravidanze sono tutti momenti di mutamento che possono richiedere se non elaborati correttamente un sostegno psicologico. Lo psicologo sostiene la persona nell’attivare le risorse per il cambiamento e nel comprendere la propria situazione focalizzandosi sul presente.
La psicoterapia si occupa della cura di disturbi psicopatologici di diversa gravità che vanno dal modesto disadattamento all’alienazione profonda e possono manifestarsi in sintomi nevrotici oppure psicotici tali da nuocere al benessere di una persona fino ad ostacolarne lo sviluppo causando una specifica disabilità; Nel caso di un intervento psicoterapeutico c’è da considerare che uno psicologo, può prendere in carico il paziente se reputa di avere determinate competenze adeguate, diversamente può inviare il paziente ad un collega specifico con competenze utili alla propria causa.
In psicoterapia è necessario suddividere alcuni ambiti di intervento, cioè alcune specializzazioni specifiche che determinano modalità di lavoro diverse e metodologie particolari:
La terapia cognitivo-comportamentale interviene su disturbi e situazioni deficitarie delle persone attraverso la possibilità di rivisitare il punto di vista della persona rispetto ad un dato problema. Si sostiene la persona a migliorare le proprie immagini, il proprio linguaggio in riferimento ad una situazione problematica, cambiandone di conseguenza l’approccio emotivo.
La terapia sistemico - famigliare contempla una visione delle persone sempre in relazioni tra di loro. All’interno di questi sistemi si possono creare problematiche e facilitazioni. Pertanto tale terapeuta gestisce le situazioni personali attraverso le dinamiche familiari, di coppia e dei sistemi in genere.
La terapia ad approccio corporeo si basa su una visione di unione tra mente e corpo delle persone; in questo senso alcuni disturbi di natura psicosomatica partono dal presupposto che alcune situazioni emotive possono influenzare il funzionamento del corpo o l’emergere di alcune specifiche sintomatologie. L’intervento terapeutico mira alla possibilità di connettere il proprio corpo alle proprie emozioni per riacquistare il proprio equilibrio personale.